David Bowie produce nel 1977 Low un album deswtinato a fare storia. C’è tony visconto, c’è Brina Eno, c’è Peter Schimdt. La registrazione procede per esperimenti come quello di estrarre una carta a sorte e seguirne le indicazioni. C’è l’uso creativo delle registrazioni e c’è tanto altro.
Quando pubblica questo primo tassello della cosiddetta trilogia berlinese, David Bowie è già una leggenda del rock: ha scritto canzoni indimenticabili, ha impersonato l’alieno Ziggy Stardust e l’algido Thin White Duke e nel frattempo se l’è vista brutta con la cocaina. Il suo incontro artistico con un’altra mente fertile della musica contemporanea, Brian Eno, anch’egli già autore di dischi importantissimi, genera questo grande album, forse il più affascinante della suddetta trilogia, comprendente anche “Heroes” e “Lodger”. Nell’era del cd e di mp3 non esistono le “facciate” (o lati) A e B dei tempi del vinile; “Low” (ed anche “Heroes”) presentava appunto a quei tempi questa netta differenziazione di contenuti tra le due parti che lo componevano, con la prima costituita da canzoni e la seconda da composizioni a più ampio respiro, quasi interamente strumentali.