L’album è considerato da larga parte della critica e dei fan dei Queen come il lavoro più rappresentativo della band inglese nonché uno dei pilastri della storia della musica. Venne registrato in diversi studi: Trident Sarm, Roundhouse, Olympic, Rockfield, Scorpio e Lansdowne Studios, in Gran Bretagna. Venne pubblicato nel Regno Unito dalla EMI e dalla Elektra Records negli Stati Uniti, per poi essere pubblicato nuovamente negli USA dalla Hollywood Records nel settembre1991. Fu il primo disco dei Queen a cui fu assegnato un disco di platino[2]. Raggiunse la quarta posizione nella classifica USA, dove recentemente è stato certificato come triplo disco di platino (tre milioni di copie vendute). Il titolo dell’album, insieme a quello del seguente A Day at the Races (1976), è ispirato a due omonimi celebri film dei fratelli Marx, noti in Italia con i titoli tradotti di Una notte all’opera (1935) e Un giorno alle corse (1937). I due album dovevano inizialmente essere pubblicati insieme come album doppio (progetto a cui teneva tantissimo soprattutto May); la casa discografica, tuttavia, ritenne più prudente pubblicare i due lavori indipentemente per contenere i costi, visto che l’album fu uno dei più costosi a causa delle grandi sperimentazioni[2] (vista anche l’atipicità dei contenuti musicali, che non davano certezze sul successo di vendite). Il gruppo gioca con l’alternanza e la fusione fra musica Rock e musica classica (ne è un esempio Bohemian Rhapsody).
25 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione, nel 2004.
Ecco l’elenco:
Caporal maggiore GIOVANNI BRUNO – Il 3 ottobre 2004 alla periferia di Kabul esce di strada il mezzo sul quale viaggiava il caporal maggiore Bruno, 23 anni.
Capitano di fregata BRUNO VIANINI – Il 3 febbraio 2005 il capitano e’ su un aereo civile in volo da Herat a Kabul che precipita in una zona di montagna 60 km a sudest della capitale.
Caporal maggiore capo MICHELE SANFILIPPO – L’ 11 ottobre 2005 il caporal maggiore, 34 anni, e’ trovato morto nella camerata del battaglione Genio a Kabul, colpito alla testa da un proiettile partito accidentalmente.
Tenente MANUEL FIORITO e maresciallo LUCA POLSINELLI – Il 5maggio 2006 un ordigno esplode al passaggio di una pattuglia italiana su due veicoli blindati a sud-est di Kabul. Rimangono uccisi gli alpini Fiorito, 27 anni, e Polsinelli, 29 anni.
Tenente colonnello CARLO LIGUORI – Il 2 luglio 2006 il tenente colonnello Liguori, 41 anni muore d’infarto a Herat.
Caporal maggiore GIUSEPPE ORLANDO – Il 20 settembre 2006, si ribalta il ‘Puma’ sul quale viaggia una pattuglia italiana a Chahar Asyab. Muore il caporal maggiore Orlando, 28 anni.
Caporal maggiori GIORGIO LANGELLA e VINCENZO CARDELLA – Seigiorni dopo, sempre a Chahar Asyab, un ordigno improvvisato esplode al passaggio di una pattuglia italiana: resta ucciso il caporal maggiore Langella, 31 anni, mentre altri 5 militari italiani sono feriti. Tra questi il caporal maggiore Cardella che morira’ alcuni giorni dopo.
LORENZO D’AURIA – Il 24 settembre 2007, l’agente del Sismi Lorenzo D’Auria viene gravemente ferito durante il blitz delle forze speciali britanniche compiuto per la sua liberazione.Trasportato in Italia, D’Auria morira’ qualche giorno dopo.
Maresciallo capo DANIELE PALADINI – Il 24 novembre 2007 il maresciallo Paladini e’ nella valle di Pagman, a 15 km da Kabul,da un kamikaze che si fa esplodere.
Altri tre militari feriti. Maresciallo GIOVANNI PEZZULO – Il 13 febbraio 2008 il maresciallo Pezzulo, 44 anni, e’ ucciso in un attacco con armida fuoco portatili nel distretto di Uzeebin, a circa 60 km daKabul. Un altro militare e’ ferito. Pezzulo faceva parte delCimic Group South di Motta di Livenza, un reparto che si occupa prevalentemente di attivita’ di cooperazione civile-militare. Caporal maggiore ALESSANDRO CAROPPO – Il 21 settembre 2008Caroppo, del contingente italiano a Herat, muore per un maloreprima di montare di guardia.
Maresciallo ARNALDO FORCUCCI – Il 15 gennaio 2009, il maresciallo dell’Aeronautica muore per un arresto cardiocircolatorio.
Caporal maggiore ALESSANDRO DI LISIO – Il 14 luglio, Di Lisio, dell’8/o reggimento Guastatori Paracadutisti Folgore, muore per lo scoppio di un ordigno al passaggio di un convoglioitaliano a Farah.
Tenente ANTONIO FORTUNATO, Sergente Maggiore Roberto VALENTE, Primo caporal maggiore MATTEO MUREDDU, Primo Caporal Maggiore GIANDOMENICO PISTONAMI, Primo Caporal Maggiore MASSIMILIANO RANDINO, Primo Caporal Maggiore DAVIDE RICCHIUTO – Il 17settembre 2009 e’ strage di italiani a Kabul: un’autobomba esplode al passaggio di un convoglio, sei para’ muoiono e altri quattro restano feriti.
Caporal maggiore ROSARIO PONZIANO – Il 15 ottobre 2009, inseguito al ribaltamento del mezzo sul quale viaggiava, nel corso di uno spostamento da Herat a Shindand, moriva il primo Caporal maggiore Ponziano.
PIETRO ANTONIO COLAZZO – Il 26 febbraio 2010 l’agente dell’Aise viene ucciso nel corso di una sparatoria a Kabul.
Il sergente MASSIMILIANO RAMADU’ di 33 anni, di Velletri (Roma) e il caporalmaggiore LUIGI PASCAZIO, di 25 anni, della provincia di Bari sono le due vittime dell’attentato di oggi a Bala Murghab. Nell’attacco sono rimasti feriti il caporale Cristina Buonacucina originaria di Foligno e residente a Moncalieri, radiofonista del blindato Lince colpito dall’ordigno. La donna ha riportato due fratture alle caviglie ed una compressione della vertebra lombare. L’altro soldato rimasto ferito si chiama Gianfranco Sciré, ha 28 anni ed è di Casteldaccia un piccolo comune vicino Palermo.
Sono più sospette le liste date in pasto ai giornali che le centinaia di nomi elencati e l’opposizione dovrebbe fare grande attenzione a non farsi incantare dal solito circo mediatico giudiziario”. Lo afferma il segretario del Psi, Riccardo Nencini.
Bisogna ricordare – conclude Nencini – che l’ultima volta, a furia di manette, abbiamo portato Di Pietro in parlamento e Berlusconi al governo”.
Sembra la dichiarazione di un ministro leghista, alla Calderoli, tanto per intenderci. Questa ipocrisia da finto uomo di sinistra equilibrato sa di muffa. Non è un caso che il Partito Socialista sia scomparso dall’orizzonte politico italiano. Che tristezza, che malinconia!
E’ ormai data per scontata, comunque, una stretta su statali e pensioni e l’adozione del taglio del 5% per le indennita’ parlamentari e dei manager pubblici di primo piano, ad iniziare dai presidente delle Authority, e dai magistrati, aggiunge Bossi. Su questo tema, in linea con quanto stanno gia’ adottando i diversi governi europei, e’ tornato anche oggi il ministro Calderoli e un po’ tutti gli esponenti del governo sembrano in verita’ d’accordo su questo sacrificio per far meglio digerire i provvedimenti che verranno presi. Misure che, in base alle indiscrezioni ”confuse” a cui fa riferimento il responsabile di Via XX Settembre, potrebbero far lievitare la manovra dai 25 miliardi finora accreditati e ripetuti ancora questa mattina dal ministro Brunetta, a poco meno di 28. Come al solito paganoi deboli e i redditi fissi. Il 5% proposto dal ministro Porcata fa ridere e la proposta di diminuire lo stipendio ai magaistrati sa tanto di punizione per non essersi asserviti al potere pubblico. …..e gli italiani continuano ad amarlo. Come è vero che l’amore è cieco.
E’ morto dopo tre giorni di agonia: era precipitato in fabbrica da un’altezza di cinque metri mentre stava sistemando alcune balle di tabacco essiccato. Ennesima morte bianca in Irpinia. La vittima è Remigio Giovanni Meola, operaio di 52 anni di Montefredane. La tragedia in uno stabilimento che lavora tabacco a Montoro Inferiore. L’incidente è avvenuto giovedì scorso. Soccorso e trasportato prima all’ospedale Landolfi di Solofra e successivamente al Moscati di Avellino, le sue condizioni erano apparse da subito gravissime. I sanitari del reparto di Rianimazione del nosocomio cittadino hanno fatto di tutto per strapparlo alla morte. Meola lavorava nella fabbrica montorese da molti anni. Sull’accaduto ora indagano carabinieri e magistratura. Il 52enne lascia la moglie e due figli.
Tutta Italia, giustamente, oggi piange i due soldati morti in Afghanistan, ma chi si ricorda delle tante troppe morti bianche che ogni anno funestano il mondo operaio? Non sono anche essi eroi?
Completato l’arruolamento dei pazienti, a breve i risultati che confermino l’efficacia del Realsil nel contrastare la progressione di steatosi in steatoepatite e fibrosi.Copenhagen, 23 aprile 2009 – Le principali malattie del fegato per quattro giorni sotto osservazione dagli epatologi europei. Gli esperti riuniti al Congresso EASL (European Association for the Study of the Liver) si confrontano sulle più diffuse patologie che minacciano la salute di questo organo e le armi per rallentarne i danni. Tra i temi la steatosi epatica, o fegato grasso, che interessa oltre 20 milioni di italiani. Ne soffre il 20% dei bambini in soprappeso, il 25% della popolazione adulta normale, il 40-100% dei pazienti con diabete di tipo II, il 20-80% dei dislipidemici e il 30-70% dei pazienti affetti da epatite da HCV (virus dell’epatite C). Per arginare questa vera e propria emergenza è stata testata per la prima volta su 181 pazienti la silibina, veicolata in una nuova forma (fitosoma) al fine di favorirne la biodisponibilità. “L’arruolamento dei pazienti nello studio multicentrico, randomizzato in doppio cieco, di fase III è ormai concluso – spiega il direttore medico Carlo di Manzano -. Ora dobbiamo aspettare solo i risultati dell’analisi statistica, ma siamo molto fiduciosi. Lo studio ha valutato l’efficacia di Realsil (Ibi Lorenzini), costituito dall’associazione di silibina estratta dal cardo mariano, fosfolipidi e vitamina E, nel migliorare il danno epatico in pazienti con fegato grasso non alcolico in presenza o meno di infezione da HCV.” E continua: “la steatosi può essere solo il primo passo verso una steatoepatite, infiammazione che rende più sensibili le cellule epatiche, gli epatociti, alla morte cellulare programmata (apoptosi) e alla necrosi. Di conseguenza anche alla cirrosi (che colpisce il 3% della popolazione) che assieme al carcinoma epatico ogni anno miete circa 50.000 vittime”.
Una persona su 12 nel mondo ha l’epatite B o C, ma la maggior parte non lo sa. Non solo. Ogni 30 secondi un individuo muore a causa di queste malattie, un milione ogni anno. e globalmente sono 500 milioni i portatori cronici: una cifra 10 volte superiore rispetto a quella delle persone con HIV/AIDS.
Il 19 maggio 2010 si celebra la Giornata Mondiale dell’Epatite(World Hepatitis Day), promossa dalla World Hepatitis Alliance. Quest’anno lo slogan della giornata è “Questa è l’epatite…” (“This is hepatitis…”), con l’intento di sensibilizzare ed eliminare lo stigma spesso associato a queste malattie.
Perché
La Giornata Mondiale dell’Epatite è un’iniziativa partita nel 2008. Siamo quindi giunti alla terza edizione. è stata organizzata per sottolineare non solo la scarsa consapevolezza su questo problema socio-sanitario ma anche la mancanza di volontà politica e istituzionale di attuare strategie sanitarie di informazione e prevenzione così come sono state già pianificate per l’HIV/AIDS, tubercolosi e malaria, nonostante i numeri sulla incidenza e mortalità siano sovrapponibili o anche superiori a quelli di queste malattie.
In linea con quanto già annunciato nello scorso mese di aprile, nel Comune di Reggio Emilia, entro l’anno 2010, saranno installati pannelli fotovoltaici in ben dieci edifici comunali; il mese scorso, nell’ambito del Progetto Fotovoltaico sul territorio, a rendere nota l’iniziativa erano stati infati Graziano Grasselli, assessore all’Innovazione ed allo Sviluppo economico del Comune di Reggio Emilia, ed il Sindaco della città, Graziano Delrio.
A tal fine l’Amministrazione del Comune di Reggio Emilia ha annunciato la pubblicazione del relativo Bando di gara con il quale si cercano imprese con l’obiettivo di portare avanti il piano comunale che prevede la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. La presentazione delle offerte potrà avvenire entro le ore 13 del 9 giugno prossimo da parte di imprese che si presenteranno in forma singola, consorziate o riunite a fronte di un investimento da finanziare che, in via presuntiva, è pari a poco più di 3,1 milioni di euro.
Dopo il primo tentativo fallito, Bp ci riprova e insiste nel voler inserire nella falla un tubo da 15 cm di diametro che funga da collettore. Il piano è aspirare il greggio che esce e farlo salire su per un tubo di 1500 metri fino alle navi cisterne.
Secondo Bp questa al momento è l’unica soluzione possibile e che abbia un basso impatto ambientale, giusto per non complicare ulteriormente la situazione già catastrofica nel Golfo del Messico.
Il Presidente Obama, dal canto suo, ha incontrato tre esperti in ingegneria nucleare, giusto per capire se con qualche testata nucleare sia possibile fermare la perdita equivalente a circa 5000 barili di greggio al giorno.(ecoblog)