Caldoro supera la prova dell’aula

 

Niente di fatto per la nomina degli assessori al Consiglio Regionale della Campania. Il consiglio regionale ha eletto subito ieri il presidente e i sei che lo affiancheranno nell’ufficio di presidenza. Sullo scranno più alto è salito Paolo Romano che è uomo di Cosentino che ha così vinto la sua prima partita, anche se forti sono stati, fino all’ultimo, i dubbi per gli altri incarichi, dalla designazione di Fulvio Martusciello capogruppo al destino dei tanti portatori di voti ai quali pare sbarrata la porta della giunta.

Cosentino ha dovuto presenziare a più di una riunione ieri mattina, prima che iniziasse la seduta, e ha rimandato il suo rientro a Roma finché non è stato certo che non si preparassero imboscate. Mussolini, la nipote del Duce è stata poi votata dal centrodestra come segretario. Mossa che in realtà dice di come la acque non siano affatto chete. L’accordo prevedeva infatti l’Udc Biagio Iacolare alla vicepresidenza e il Pdl Francesco Nappi a questore.
L’ufficio di presidenza è stato comunque eletto. L’opposizione a sua volta ha votato il suo vicepresidente (Antonio Valiante, Pd), il suo questore (Nicola Marrazzo, Idv) e il suo segretario (Gennaro Mucciolo, SeL). A questo punto la seduta è stata sciolta. Muso duro con l’Udc che minaccia l’appoggio esterno. Ma il problema principe rimane quello dei tanti consiglieri che aspirano a salire in giunta. “La scelta spetta ai partiti”, dice Caldoro. Però “la mia opinione è che i due ruoli debbano essere differenziati”.  E aggiunge  “Voglio fare la giunta nel minor tempo possibile, mi auguro di presentarla al Consiglio nella seduta di mercoledì prossimo”. In questo lasso di tempo potrebbe anche sgretolarsi il muro con l’Udc. In realtà lo schema che Cosentino gli ha sottoposto è l’apertura della diga che blocca per ora i consiglieri: potrebbero entrare in massa, Martusciello e Russo, Sommese e Ruggiero, Diodato e Foglia. Non si dimetterebbe nessuno, sotto l’impegno a votare in tempi rapidi la modifica statutaria che introduce la incompatibilità in cambio della possibilità di rientrare in aula qualora venga meno l’incarico in giunta.

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