Gli obiettivi della Lega sono pragmatici. Una migliore distribuzione del potere finanziario, come si è detto. Il federalismo e in particolare il federalismo fiscale. Una legge elettorale che Bossi ama così com’è, dati gli ottimi risultati ottenuti dal suo partito, e che non vede ragione di mettere in discussione alla leggera. Questo è il punto chiave che lo avvicina a Berlusconi e che naturalmente lo allontana dal centrosinistra e anche da Gianfranco Fini.
C’è da chiedersi come pensa la Lega di ottenere il consenso del Pd sulle riforme (secondo gli auspici, ad esempio, di Maroni e ieri anche del presidente Schifani) se poi non intende mettere sul tavolo la legge elettorale. A meno di non immaginare che questo segmento cruciale del negoziato sia tenuto da parte come moneta di scambio per il momento, non sappiamo quanto lontano, in cui sarà necessario trattare davvero con l’opposizione.
Vedremo. Senza dimenticare una semplice verità: vale a dire che Bossi, al dunque, si comporta come Berlusconi, animato dallo stesso istinto. Ciò che veramente gli interessa è conservare e se possibile accrescere il suo consenso. Il progetto federalista è strategico, ma può essere modulato nel tempo. L’importante è che nulla intervenga a incrinare il rapporto del Carroccio con l’elettorato, fonte di ogni legittimità e di ogni potere.(il sole 24ore)