E stata definita la più bella canzone degli ultimi venti anni.Non lo so, ma mi emoziona.
Captain Beefheart.
Secondo una leggenda metropolitana Captain Beefhearth in quattro ore e mezzo, con Frank Zappa alla consolle la banda “magica” registra il doppio album rock’n’roll più rivoluzionario degli anni sessanta e forse di ogni tempo. Gli ingedienti sono semplici: blues e free jazz alla Ornette Coleman. L’album Trout Mask replica è una colata sonora dissonante e priva delle connessioni usuali. Il critico Steve Huey scrisse “Trout Mask Replica ha avuto più influenza nello spirito che nello stile, come un punto di partenza della letteratura musicale. Comunque, il disco ha fatto capire quali fossero le possibilità infinite della musica rock, quanto si possa ancora sperimentare. L’album ha inoltre creato una sorta di surrealismo musicale che verrà seguito soprattutto nell’era punk/new wave. Matt Groening scrisse che al suo primo ascolto giudicò Trout Mask Replica “la cosa peggiore che avesse mai ascoltato”; ora è uno dei suoi dischi preferiti.
Quando la lega fa scuola.
Ecco che, fingendo di applicare in modo neutrale la legge, il comune commissariato di Bologna decide senza troppi complimenti che a pagare i costi della crisi sono, per primi, i bambini e le donne migranti. Da oggi i figli di migranti irregolari rischiano di non avere più accesso agli stessi diritti degli altri bambini, e così uno dei fiori all’occhiello del welfare emiliano, gli asili nido, diventa privilegio di alcuni, mentre altri dovranno portare sin dall’infanzia il marchio della clandestinità. Alla faccia dei diritti dell’infanzia. Per prime se ne sono accorte quelle donne, migranti e non, costrette a lasciare il lavoro in mancanza di servizi per l’infanzia adeguati a sostenerle, o che pagano con il loro salario il salario di una donna migrante perché posti negli asili non ce ne sono abbastanza. Mentre i diritti sono una merce per chi li può comprare, escludere i figli dei migranti irregolari si rivela un utile diversivo: facciamo fuori loro, intanto, mentre nel silenzio facciamo fuori tutti. Ai genitori italiani si vende l’illusione che, escludendo i migranti, i loro figli saranno tutelati, così come ai lavoratori italiani si vende l’illusione che, espellendo i migranti, il loro lavoro sarà salvaguardato.Questa vicenda, nella sua gravità, mostra di nuovo che il razzismo istituzionale sancito dalla Bossi-Fini e dal pacchetto sicurezza e reso ogni giorno operativo da una miriade di provvedimenti amministrativi è una delle risposte principali alla crisi. Chi perde il lavoro perde il permesso di soggiorno, i permessi di chi ancora riesce a rinnovare giacciono per mesi negli uffici stranieri della questura, e chi è in attesa di rinnovo perde ogni possibilità di trovare un lavoro che è già difficile avere. A monte la legge Bossi-Fini condanna alla clandestinità; a valle, il comune di Bologna ne approfitta per risparmiare qualche soldo sulla pelle dei bambini e delle donne. (marginalia)Che schifo!
Il Cardinal Bertone ha perso un’altra occasione per tacere.

Non c’e’ alcun collegamento tra la pedofilia e il celibato a cui sono sottoposti i sacerdoti; e invece questo tipo di patologie sessuali sono da mettere in relazione all’omosessualita’. Lo ha detto il segretario di Stato del Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, in visita in Cile, preannunciando che papa Benedetto XVI assumera’ nuove iniziative per far fronte agli abusi commessi da sacerdoti.
LEGITTIMO IMPEDIMENTO: IDV DEPOSITA REFERENDUM

Il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha depositato questa mattina all’ufficio centrale per i referendum, presso la Corte di Cassazione, il quesito con cui si chiede l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento. Di Pietro era accompagnato dagli esponenti del suo partito Leoluca Orlando, Massimo Donadi, Felice Bellisario e Silvana Mura. Ora, dunque, l’Italia dei Valori potra’ iniziare la raccolta delle firme che, successivamente, dovranno essere vagliate dalla Suprema Corte.(AGI)
Mi raccomando andiamo tutti a firmare.
Che fare?
Berlusconi ed i suoi Ministri danno assoluta priorità alle riforme istituzionali. Indicando con questo termine qualcosa di oscuro per i più e certamente di molto diverso dagli argomenti attorno ai quali ruotano la vita e il disagio sociale della maggioranza degli italiani.
Il governo, secondo Berlusconi, è indebolito dallo strapotere del Parlamento e delle altre istituzioni. La verità è che la Camera e il Senato sono bloccati da una vera e propria invasione di decreti-legge, leggi delega e disegni di legge del Governo.
Per istituzionalizzare la prassi autoritaria del governo si vuole modificare la Costituzione, riducendo i poteri dello Stato a meri esecutori degli ordini del governo in carica.
Dietro tutto questo si nascondono gli interessi economici del Presidente del Consiglio e della sua cricca di malfattori.
La cosa che stupisce che la classe politica che dovrebbe rappresentare l’opposizione invece di denunciare questa deriva sud-americana comincia a fare dei distinguo accettando sostanzialmente un dialogo che li vede sconfitti in partenza Nessuno dice chiaramente no al Presidenzialismo, nessuno, salvo Di Pietro difende senza riserve la magistratura e la Costituzione.
Ci si appella al Capo dello Stato, chiedendogli di svolgere una funzione di supplenza in assenza di una opposizione che appare sempre più debole e frantumata.
E’ ora di dire chiaramente che non si può dialogare con chi vuole il presidenzialismo e con chi vuole colpire l’autonomia della magistratura.
Se il Partito Democratico, che pretende di gestire l’opposizione avrà questa forza dovremo seguirlo, concordando i temi e i tempi. Ma se questo non avverrà ognuno dovrà lavorare per mobilitare tutte le coscienze per difendere la Costituzione Repubblicana e la Magistratura . Opporci al “dialogo sulle riforme” e riaprire nel Paese un discorso sulla democrazia italiana, sulle reali cause della sua asfissia, sulla occlusione dei canali di partecipazione alle scelte generali che interessano l’Italia e il mondo intero, questi gli argomenti all’ordine del giorno dopo la sconfitta alle elezioni Regionali.
IO NON CI STO
Un cittadino di Adro, paese tristemente noto per la vicenda della mensa negata ai bimbi inadempienti, ha saldato i debiti dei bambini accompagnando il suo gesto con una lettera.
So che Beppe andrà su tutte le furie ma questa lettera va letta tutta.
Io non ci sto
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L’albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E’ per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
– Non sono “comunista”. Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI. Ciò non mi impedisce di avere amici dì tutte le idee politiche. Gli chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo posto il rispetto della persona.
– So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è compreso nell’educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell’Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha di meno. Purtroppo ho l’insana abitudine di leggere e so bene che i campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono. Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare l’asticella dell’intolleranza di un passo all’anno, prima con la taglia, poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano quello che sta avvenendo?
Che non mi vengano a portare considerazioni “miserevoli”. Anche il padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo?
Vorrei sentire i miei preti “urlare”, scuotere l’animo della gente, dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche loro dentro il “commercio”.
Ma dov’è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare “partito dell’amore”. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l’Italia.
So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i brigatisti “compagni che sbagliano”.
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come pagano le loro belle cose e case.
Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) Venga dalle tasse del papa di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e quanti soldi spende l’amministrazione per non trovare i soldi per la mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno?
Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va sempre bene tutto?
Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? E’ già successo nella storia e anche in quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L’età gioca a loro favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa di riposo. Ma quei giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di oggi?
E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi adesso. E’ anche per questo che non ci sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all’uso della mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto finanziario per l’amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire tutta la copertura necessaria per l’anno scolastico 2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del servizio mensa.
Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo rispetto varra la spesa.
Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le notti in discoteca o a bearsi con i valori del “grande fratello”.
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di quelle famiglie.
Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno del loro disprezzo.
Posso sopportarlo. L’idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone invece mi atterrisce.
Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito c’è, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro
MO.CA PRESS: numero di aprile 2010
Puntuali come sempre, ecco a voi l’ immancabile appuntamento mensile con gli amici di MO.CA PRESS.
Buona lettura
Pensionato adotta una famiglia albanese
Un pensionato spezzino ha ottenuto dal tribunale di La Spezia l’autorizzazione ad adottare un nucleo familiare di tre albanesi: madre, padre e bambina. Si chiama Davide De Martino, ha 76 anni, ed e’ stato sindacalista nella Cgil, e in questa veste ha conosciuto la famiglia immigrata che ha scelto di adottare. Il giudice ha acconsentito alla richiesta perche’ rispetta i requisiti: Davide ha piu’ di 35 anni, supera di piu’ di 18 anni l’eta’ del figlio adottivo e della sua sposa e non ha figli. Sapere che c’è qualcuno che ancora rispetta le regole della solidarietà e che non si è fatto infettare dal vrus leghista fa bene alla salute.
L’ospedale di Emergency a Lashkar-gah e’ nelle mani della polizia afgana.
L’ospedale di Emergency a Lashkar-gah e’ in questo momento in mano della polizia afgana e del personale locale. Nessun operatore internazionale e’ operativo nella struttura sanitaria. Lo si apprende dalla ong italiana.Questa mattina il personale internazionale dell’ospedale che ancora si trovava a Lashkar-gah, dopo l’arresto di Dell’Aira, Garatti e Pagani, ha preso un volo per Kabul diretto alle strutture di Emergency della capitale afgana.