Considerazioni a margine dell’iniziativa promossa da Luigi Mainolfi al Centro Sociale di Avellino con la partecipazione di Nello Polese, ex Sindaco di Napoli.
di Geppino Vetrano
La riflessione che si è aperta sul pensiero di Bettino Craxi in occasione del decennale della sua scomparsa ha riacceso l’entusiasmo in tanti socialisti.
Non credo, tuttavia, che la proiezione di un film sulla sua vita possa essere utilizzata come strumento per la campagna elettorale in favore dell’on.le Caldoro, candidato a Presidente della regione Campania dal Popolo delle Libertà.
Bettino Craxi, con alterne fortune, perseguì il disegno strategico di restituire quella fisionomia autonoma che il partito socialista aveva smarrito nella morsa della doppia subalternità al PCI ed alla DC e condusse soprattutto nei confronti del PCI-PdS una battaglia autonomista sul profilo ideale e culturale della sinistra. Per quanto forte sia stata la sua spinta riformista e modernizzatrice all’interno della sinistra storica italiana ed europea, Craxi non si separò mai da quella tradizione politica.
Per questa ragione, non trovo fondata la decisione di quei compagni socialisti che, nel nome di Craxi, chiedono di votare per Stefano Caldoro alle prossime elezioni regionali.
Non è in discussione naturalmente la sua figura di uomo politico né tanto meno l’appartenenza alla cultura ed alla tradizione socialista, ma la scelta di campo da lui compiuta a partire dal 1994 quando, con l’adesione al gruppo socialista che nel 1994 si schierò con la coalizione della Casa delle Libertà, fu tra i protagonisti di quel percorso che portò i socialisti a separare i propri destini all’interno dello schieramento politico italiano.
Fu proprio questa scelta che portò molti compagni che oggi intendono sostenerlo a definirlo “un socialista nel posto sbagliato”.
Che cosa oggi dovrebbe far cambiare idea ai socialisti che, dalle lotte partigiane fino ad oggi, hanno militato nel centro-sinistra?
Non certo la speranza di riunificare i socialisti o di attuare nella regione Campania un programma socialista di stampo riformista.
Nella primavera del 2007, Caldoro contrastò la scelta di molti militanti del nuovo PSI di partecipare alla costituente socialista che mirava al superamento della diaspora e nel 2008 aderì al processo costitutivo del Popolo delle Libertà nelle cui liste è stato recentemente eletto deputato.
Egli, dunque, è ormai un esponente autorevole di quel partito e come tale va considerato dai socialisti che militano nel centro-sinistra!
E’ sintomatico, del resto, che la sua candidatura non sia accompagnata, almeno per ora, dalla presentazione di una lista socialista: dove dovrebbero riunificarsi, allora, i socialisti? Nel Popolo delle Libertà?
Ho pochi titoli per parlare ai militanti storici del Partito socialista; vengo da un’altra tradizione politica ma, dopo la decisione dei D.S. di costituire il Partito Democratico insieme alla Margherita, scelsi con convinzione di partecipare alla costituente socialista per dar vita ad una forza politica ancorata ai valori del Partito Socialista Europeo.
Le delusioni sono state tante, ma non possono costituire la ragione per cambiare percorso!
Nel PD, del resto, è ormai aperto un processo che determinerà sicuramente una nuova svolta in quel partito; i socialisti devono saper guardare con attenzione ed intelligenza a quanto accadrà in quel partito rappresentando con coerenza, in Italia ed in Campania, i valori e le idee del Partito Socialista Europeo, schieramento nel quale, com’è noto, non fa parte il Popolo delle Libertà di Caldoro.