In una nota Marco Riccio, segretario provinciale del Psi chiarisce che il PSI sia a livello locale che a livello nazionale si deve schierare e si schiererà “in coerenza alla propria storia” a sinistra, senza cadere in tentazioni filo berlusconiane, per il solo fatto che il candidato della destra è un ex socialista. Una volta tanto sono d’accordo con Marco Riccio. Anche io ritengo che non “basta mantenere una aggettivazione gloriosa per definirsi socialisti.” Conseguentemente anche io non andrò alla riunione organizzata da Luigi Mainolfi ex segretario socialista e mentore di Riccio all’ultimo congresso. L’operazione di Mainolfi è politicamente scorretta perché facendo leva sulla solidarietà dei pochi compagni socialisti rimasti in Irpina cerca di spostare a destra il loro consenso. E’ vero il contrario perché tutti coloro che si riconoscono nella tradizione del riformismo di stampo socialista o cattolico hanno il dovere di adoperarsi perchè la politica torni ad essere quella vera, e non una finzione al servizio di interessi personali. Vanno, quindi, combattuti i tentativi di false aggregazioni dietro le quali si celano solite furbizie e vecchie volontà egemoniche. Un unico dubbio non mi chiarisce il comunicato di Riccio, risvegliatosi dopo mesi di torpore, perché continua a ritenere la federazione del PSI Irpino come una proprietà privata o come un circolo di pochi iscritti chiuso ad ogni contaminazione, senza cercare il dialogo con chi senza tentennamenti e senza cedere a tentazioni continua ad essere socialista.
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