Cinquecento euro, per l’esattezza 496, sono quelli che il Comune di Brescia mette a disposizione per i residenti migranti disposti a restituire il permesso di soggiorno, dichiarare ufficialmente che non tenteranno di rientrare in Italia nei prossimi 5 anni e tornarsene al paese di provenienza. E siccome le istituzioni si dimostrano in questo caso anche “generose”, alla cifra il Comune aggiunge il biglietto di sola andata per il rientro.
Tradotto in sintesi: c’è la crisi, manca il lavoro, non rompete le scatole con la richiesta di ammortizzatori sociali. Non servite più, quindi via, a casa.
Migliaia di operai coinvolti nelle vertenze sull’occupazione. In questa settimana ci saranno numerosi tavoli, presidi, scioperi, che vedranno scendere in capo sindacati, governo e vertici aziendali. Vediamo nel dettaglio le vertenze più importanti.
– EUTELIA. Si riapre subito il tavolo della trattativa sulal richiesta dei sindacati del mantenimento delle commesse per il gruppo Omega (ex-Eutelia-Agile) e il pagamento degli stipendi arretrati per tutti i lavoratori, che sono a secco di retribuzione da oltre 6 mesi. In bilico ci sono 3.100 posti.
– ALCOA. Nella riunione programmata per il 2 febbraio tavolo i sindacati e l’esecutivo insisteranno per convincere l’azienda a non lasciare l’Italia. Per ora il gruppo ha avviato le procedure per la messa in cassa integrazione dei lavoratori e ha annunciato la fermata temporanea degli impianti a partire dal 6 febbraio. A rischio ci sono 2 mila posti.
– FIAT. Dopo l’incontro di venerdì scorso al ministero dello Sviluppo Economico, la vertenza tornerà sul tavolo di governo, forse sociali e azienda venerdì 5. Nell’attesa, mercoledì 3 febbraio i lavoratori di tutti gli stabilimenti del gruppo incroceranno le braccia. A Termini Imerese sono a rischio 1.300 lavoratori, escluso l’indotto.
– ERIDIANA-SADAM. I sindacati hanno proclamato lo sciopero generale dei lavoratori del gruppo saccarifero, che sarà anche accompagnato da un presidio sotto la sede dell’azienda a Bologna. Sono a rischio oltre 3 mila lavoratori.Intanto il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha dichiarato che gli aiuti pubblici alla Fiat debbono essere mantenuti solo se si garantisce l’occupazione
Vi piace di più il Berlusconi palestinese o quello ebreo ultra-ortodosso? Il dibattito è aperto nei vicoli della città vecchia di Gerusalemme dove tutti sanno dell’arrivo del premier italiano, il “famoso e ricco Berlusconi”. E prontamente hanno stampato delle spiritose magliette – rigorosamente bipartisan – dove Silvio Berlusconi appare in versione araba-palestinese o, secondo i gusti, in una più inquietante versione ultra-ortodossa.
Nella prima c’é solo il nome del premier con una foto che lo ritrae con la classica Kefiah a scacchi bianchi e neri dei palestinesi. In questa maglietta Berlusconi ha un’espressione seria, quasi accigliata. La secondo versione è più divertente: si legge in alto il nome del presidente del Consiglio, quindi una foto di un Berlusconi a bocca aperta, fermato dal fotografo in un atteggiamento a metà tra il ghigno ed il sorriso. Una lunga barba gli scende dal volto accompagnata dai riccioli rituali (Peot) degli ultra-ortodossi. Naturalmente il premier indossa anche il classico cappello nero a falde larghe. Chiude in bellezza la scritta che si legge sotto la foto: “DON’T WORRY BE JEWISH”. In vendita direttamente in Euro, dieci per la precisione.
Adriano Celentano: “Una legge ad personam è l’unica strada per uscire dalla paralisi della giustizia.” Celentano ha perso un’ottima occasione per fare una delle sue pause
In una nota Marco Riccio, segretario provinciale del Psi chiarisce che il PSI sia a livello locale che a livello nazionale si deve schierare e si schiererà “in coerenza alla propria storia” a sinistra, senza cadere in tentazioni filo berlusconiane, per il solo fatto che il candidato della destra è un ex socialista. Una volta tanto sono d’accordo con Marco Riccio. Anche io ritengo che non “basta mantenere una aggettivazione gloriosa per definirsi socialisti.” Conseguentemente anche io non andrò alla riunione organizzata da Luigi Mainolfi ex segretario socialista e mentore di Riccio all’ultimo congresso. L’operazione di Mainolfi è politicamente scorretta perché facendo leva sulla solidarietà dei pochi compagni socialisti rimasti in Irpina cerca di spostare a destra il loro consenso. E’ vero il contrario perché tutti coloro che si riconoscono nella tradizione del riformismo di stampo socialista o cattolico hanno il dovere di adoperarsi perchè la politica torni ad essere quella vera, e non una finzione al servizio di interessi personali. Vanno, quindi, combattuti i tentativi di false aggregazioni dietro le quali si celano solite furbizie e vecchie volontà egemoniche. Un unico dubbio non mi chiarisce il comunicato di Riccio, risvegliatosi dopo mesi di torpore, perché continua a ritenere la federazione del PSI Irpino come una proprietà privata o come un circolo di pochi iscritti chiuso ad ogni contaminazione, senza cercare il dialogo con chi senza tentennamenti e senza cedere a tentazioni continua ad essere socialista.
Mentre l’Italia intera si commuove per le sorti della fabbrica di Termini Imerese, dove sono a rischio duemila posti di lavoro, anche a seguito della manifestazione di protesta organizzata dai diciotto operai della Delivery Email, società dell’indotto Fiat, quasi nessuno si strappa i capelli per la fabbrica di Pratola Serra. Eppure la situazione è altrettanto drammatica in quanto riguarda uno stabilimento che dà lavoro ad un numero consistente di operai e alimenta una serie di piccole aziende dell’indotto che da mesi non hanno più lavoro e che sono costretti a ricorrere alla cassa integrazione se non ai licenziamenti.
Tra l’indifferenza generale il giorno cinque febbraio si svolgerà uno sciopero che non risolverà nulla. Infatti nei tavoli delle trattative fra la Fiat ed il governo non si parla della FMA. Anche l’amministrazione provinciale di Avellino, che ha aperto, con grande clamore il cd. Tavolo anticrisi, ha fatto ben poco e nessun sussidio è arrivato ai lavoratori della FMA. Imbarazzante la risposta dell’assessore provinciale Solimine, che si preoccupa più di salvare la faccia che di prendere iniziative concrete. I rappresentanti istituzionali troppo presi dalle manovre elettorali non hanno spazio nella loro agenda per impegnarsi a risolvere il problema dalla FMA.Stando così la cose non ci meraviglieremmo se la Fiat portasse avanti il programma, mai smentito, di dismissione della fabbrica di Pratola Serra.
Lo dimostrerebbe uno studio condotto da ricercatori dell’universita’ di Tokyo e della Johns Hopkins University di Baltimora e pubblicato sulla rivista Cancer Prevention Research.
70 grammi di germogli freschi di broccoli ogni giorno proteggono dalle infezioni da Helicobacter pylori.
Lo spettro protettivo aumenta se ci si sposa con un fruttivendolo.