Buonanotte a tutte quelle animepie che stanno aiutando il popolo di Haiti.
Buonanotte al presidente del Senegal, che ha offerto la terra ia profughi di Haiti.
Buonanotte a Yaoni sanchez.
Buonanotte ai quindici governatori regionali che vogliono fra dichiarare anticostuzionale la norma sulle centrali nucleari. Buonanote al Papa e al Rabbino di Roma.
In un documento anti-centrale nucleare, quindici regioni italiane lamentano, rispetto alla delega del governo per la localizzazione dei siti ”l’ennesimo vulnus al principio di leale collaborazione” e chiedono ”intese piu’ forti”. Questo il risultato raggiunto da una riunione degli assessori regionali all’ambiente, tenutosi a Roma.Subito in evidenza, raccontano quattro di loro – Filiberto Zaratti per il Lazio, Onofrio Introna per la Puglia, Nicola de Ruggiero per il Piemonte, e Greco per la Calabria – che la legge (approvata a fine luglio, la 99/2009) sul ritorno al nucleare e’ stata impugnata da 11 regioni per ”incostituzionalita”’. E che – riferiscono gli assessori – ”da una lettera che il ministro Fitto ha inviato alla presidenza del Senato il 28/12/2009” per accompagnare lo schema di decreto attuativo del provvedimento in materia di ritorno al nucleare si evince come ”non venga preso in considerazione” il parere degli enti locali.Il documento anti-centrale e’ stato formulato dalle stesse 11 Regioni (Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana) che hanno impugnato la legge sul ritorno al nucleare e, come riferisce l’assessore calabrese Silvio Greco, che delega al governo la localizzazione dei siti. Successivamente, spiegano i quattro assessori dopo la riunione – il documento ha ricevuto il sostegno anche da parte del Veneto, della Campania, della Sardegna e della Sicilia, arrivando cosi’ a un totale 15 regioni.
BAGDAD – Un tribunale iracheno ha condannato oggi a morte Ali Hassan al-Majid, più conosciuto come “Ali il chimico’, il braccio destro e fedelissimo dell’ex presidente Saddam Hussein, considerato tra i responsabili della strage di curdi di Halabja, Ad annunciare la pena capitale è stata la tv di stato irachena, Al-Iraqiya. ‘Ali il chimico’, uno degli ultimi collaboratori di Saddam a essere processato, sarà impiccato per aver ordinato nel 1998 un bombardamento con gas letali, un micidiale cocktail di Tabun, Sarin e VX, sul villaggio curdo di Halabja. Nell’attacco morirono circa 5mila civili.
“E’ una vittoria per tutti gli iracheni, per l’intera umanità e per i curdi poiché Halabja è il più grande crimine dell’epoca moderna”, ha detto il ministro per i martiri e i rifugiati del governo autonomo del Kurdistan, Majid Hamed Amin. Tre quarti delle vittime di Halabja erano donne e bambini e quello contro il villaggio curdo è considerato il più grave attacco chimico della storia contro civili.
In un convegno svoltosi a Roma il segretario del Psi, Riccardo Nencini, alla presenza degli invitati Pier Ferdinando Casini e Enrico Letta ha dichiarato “propongo un ‘patto dell’Appennino’ per mettere in campo un sistema di alleanze che vada oltre queste elezioni regionali e si proietti sulle prossime elezioni politiche, altrimenti saremo costretti a risparmiare fin da oggi anche sui manifesti elettorali perché la competizione si annuncia impossibile per chi, come tutti noi, auspica che questo paese meriti una stagione di riforme, proprio come era nel disegno di Craxi”. Finita quindi la stagione delle alleanze con la sinistra di SEL, messi da parte tutti i punti della laicità della difesa della Costituzione. Altro che orgoglio Socialista,piuttosto vergogna socialista.
L’anno che sono nata si è celebrato il primo congresso del Partito Comunista di Cuba e la centralizzazione del commercio e dei servizi era quasi assoluta. Fuori dal mercato razionato si potevano acquistare soltanto alcuni libri, i periodici e i biglietti per il cinema. I rimanenti prodotti e le altre prestazioni erano tutte sotto l’austero simbolo delle cose limitate, racchiuse nella quota sovvenzionata che ricevevamo ogni mese. Anche per acquistare una lametta da barba dovevamo presentare una tessera sopra la quale un negoziante segnava il numero corrispondente alle taglienti lame.
Il cibo seguiva identico destino e specialmente i frutti dei nostri fertili campi venivano distribuiti in quantità limitate per ogni consumatore. La patata era uno degli alimenti più controllati dall’occhio statale. In tutta la mia vita ho trovato questo saporito tubero esclusivamente sugli espositori dei mercati razionati; arrivava ogni tre o quattro mesi per onorarci con la sua presenza e con il suo sapore. Io sognavo un purè unto di burro e patate fritte che uscivano fuori dal piatto. Sono arrivata a pensare che quel prodotto così soave si raccogliesse nelle remote praterie siberiane invece che nei campi del mio paese.
I contadini privati erano obbligati a vendere la loro produzione di patate allo Stato, che puniva duramente coloro che violavano una norma molto rigida. Per questo motivo ci siamo abituati a vederle apparire sui nostri piatti poche volte all’anno e a conservarle tra le nostre fantasie culinarie. È stato così fino ad alcune settimane fa, quando il governo di Raúl Castro ha deciso di liberalizzare la vendita di patate, togliendole dal sempre più asfittico mercato razionato. Adesso non è più necessario esibire un documento per poter comprare un chilo di patate, ma serve soltanto che compaiano di nuovo sul mercato, per consentirci di metterle nelle nostre borse e portale a casa.
La vittoria data per sicura del centrodestra fino a qualche giorno fa non appare più scontata se l’UDC dovesse decidere di correre con i Centrosinistra. In questa coalizione il dato negativo è determinato dalla moltitudine di liste e la disaggregazione di SEL. Ancora vivo l’UDEUR che comunque riesce a raccogliere il 5% dei consensi elettorali. L’accordo fra il centrosinistra e l’UDC è difficile a Caserta dopo le ultime esternazioni del segretario regionale, che potrebbe però essere messo a tacere dall’intervento di De Mita se venisse accolta la sua proposta di candidare il rettore dell’Università di Salerno Pasquino.Per il centrosinistra, insomma l’aiuto dell’UDC sarà decisivo. La partita a questo punto è complessiva e dipenderà da quello che l’UDC riuscirà ad ottenere nelle altre regioni.
Ipotesi di accordo centrodestra, UDC
CENTRO DESTRA: 56,0%
– POPOLO DELLA LIBERTA’: 38,5%
– UNIONE DI CENTRO: 10,0%
– UDEUR: 4,0%
– Nuovo PSI: 2,0%
– LA DESTRA, F.TRIC, Mov. X l’Italia: 1,5%
CENTRO SINISTRA: 40,0%
– PARTITO DEMOCRATICO: 22,0%
– ITALIA DEI VALORI: 7,0%
– COMUNISTI (RC, PDCI): 3,0%
– ALLEANZA X L’ITALIA: 2,5%
– SOCIALISTI: 2,0%
– SINISTRA ECOLOGIA e LIBERTA’: 2,0%
– VERDI: 1,5%
MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE: 2,0%
RADICALI: 1,5%
ALTRI: 0,5%
Di immigrati, si sta progressivamente smettendo di parlare. Risolto, con le ruspe, la guerriglia registrata a Rosarno il dibattito si è spostato su altri argomenti
Lo sfruttamento degli immigrati però non deve passare sotto silenzio perché non dobbiamo essere complici del razzismo del ricostituito partito Fascista chiamato Lega Nord.
Nel Nord Italia le condizioni di sfruttamento sono simili a quelli di Rosarno. I sindaci leghisti non perdono occasione per varare misura di apartheid. S econdo quanto reso noto dalla Cgil di Padova nel Veneto vengono registrati casi simili a quelli calabresi anche tra le persone, 2500, regolari le cui condizioni di lavoro peggiorano dopo la firma ad un contratto che non viene poi rispettato.
“Al Sud – ha dichiarato Alessandra Stivali (responsabile del dipartimento immigrazione della Cgil di Padova) – il fenomeno è più visibile, perchè ha un riscontro mediatico ma anche da noi le condizioni degli immigrati in agricoltura, soprattutto nelle coltivazioni più diffuse, di patate e radicchio, sono drammatiche, e purtroppo sconosciute”.
il Ministro dell’Agricoltura Luca Zaia alle prossime elezioni regionali si presenterà per diventare il nuovo governatore del Veneto. Vedremo se metterà in pratica i consigli che dispensava all’indomani degli scontri a Rosarno e combattere la schiavitù in casa propria. Io non ci credo.
Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro individua nell’obesità e nella vita sedentaria i fattori che predispongono al tumore. Sale, carne rossa e alcool sono nemici della salute
Il sovrappeso e la vita sedentaria sono fattori che predispongono al cancro. Le persone grasse, secondo un volume sul rapporto fra alimentazione e tumori del Fondo mondiale per la ricerca sul cancro, si ammalano di più di carcinoma della mammella, dell’endometrio, del rene, dell’esofago, dell’intestino, del pancreas e della cistifellea.
Anche fare poco movimento è un fattore di rischio a prescindere dall’obesità. Di qui la prima raccomandazione di mantenersi snelli per tutta la vita e di evitare i cibi ad alta densità calorica, cioè quelli ricchi di grassi e di zuccheri, che più di ogni altro favoriscono l’obesità. E, in primo luogo, non bisogna mangiare gli alimenti proposti nei fast food e le bevande zuccherate”.
I FATTORI DI RISCHIO
Alcool e carni rosse Chi mangia carni rosse, soprattutto quelle conservate, corre il rischio di cancro dell’intestino e, probabilmente, anche di contrarre tumori dello stomaco..
Sale e calcio “Anche il consumo elevato di sale e di cibi conservati sotto sale sono associati al carcinoma dello stomaco. Latte e latticini
“Sul latte e i latticini e, in generale, sui grassi animali gli studi sono molto contrastanti e non conclusivi: il consumo di latte sembrerebbe ridurre i tumori dell’intestino, che sarebbero però aumentati da quello di formaggi.