Sono tornato e a un pò di buona musica non rinuncio.
Il martirio e il baccalà……..
Mai tanto dolor fu provvido di felice ventura……
Caro Beppe per dimenticare ti ricordo il baccalà di domani sera.
….e se fosse un falso?
Qualcuno sostiene che l’aggressione a Berlusconi è un falso.
Potrebbe essere.
Non ci sarà mai la risposta. Il padrone di buona parte dei mezzi di informazione ha comunque trasformato l’aggressione in una grande vittoria politica personale.
Il guaio è che i partiti che dovrebbero fare opposizione non vedono l’ora di sedersi allo stesso tavolo del loro carnefice. Auguri Bersani.
Al peggio non c’è mai fine.
Un francobollo con le effigi sorridenti del presidente del consiglio Silvio Berlusconi e del presidente americano Barack Obama che si stringono la mano: ad emetterlo è stato un paese africano, la Sierra Leone , incline alle iniziative filateliche di attualità. Il francobollo è racchiuso in un foglietto che riproduce per intero la foto della stretta di mano tra i due leader in occasione del vertice del G8, svoltosi all’Aquila dall’8 al 10 luglio scorso. Il francobollo compare già in vendita con vari esemplari sul grande sito di aste on-line “eBay”: il souvenir è offerto a meno di 5 dollari. Un affare per i fan di Silvio.
Ricette anticancro: Pizza di verdure
Pizza di verdure
Ingredienti per quattro persone:
350 g di pasta per pizza;
un mazzo di cipollotti;
olive denocciolate;
zucchine grigliate o altre verdure a piacere;
capperi sotto sale;
2 cucchiai di olio extravergine di oliva;
origano.
Preparazione:
Lavare e tagliare a tocchetti i cipollotti. Stendere la pasta sottile in un teglia da forno unta e disporre le verdure, le olive e i capperi uniformemente su tutta la pasta. Spolverare con origano, un pizzico di sale e condire con l’olio. Infornare a forno già caldo a 200° per 20 minuti.
Occhio alle truffe on-line
Per l’ennesima volta, nella mia casella di posta elettronica ritrovo messaggi inviati da ( pseudo)PosteItaliane. VI INVITO A NON RISPONDERE A QUESTE MAIL in quanto è un tentativo di truffa, ormai vecchio, con la quale cercano di carpire informazioni utili per accedere ai vostri conti di Bancoposta.
Se ricevete mail simili contattate PosteItaliane o la polizia postale.
Vi incollo il messaggio ” truffaldino “.
Caro cliente BancoPosta ®,
Abbiamo recentemente esaminato il suo account, e abbiamo il sospetto di una transazione non autorizzata sul proprio conto.
Proteggere il suo account è la nostra principale preoccupazione. Come misura preventiva, abbiamo temporaneamente limitato l’accesso alle informazioni sensibili.
Confermare la tua identità, come un membro della conto di BancoPosta.
* Si prega di non rispondere a questo messaggio. Mail inviata a questo indirizzo non puó essere risolta.
Electronic Postal Certification Mark
Codice identificativo: 201109-081517-52065571
Poste Italiane S.p.A. 2009
La finestra sul cortile. Farefuturo.
Fare futuro, fondazione di destra vicina al Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini Risponde a Feltri. Ecco l’articolo integrale apparso oggi sul sito web della fondazione a firma di Filippo Rossi.
Caro Feltri, la politica è cosa più complessa che vendere quotidiani
Qualche risposta
al capopopolo del Giornale
Il discorso è semplice. E anche se rischia di essere ripetitivo, vale la pena ribadirlo: perché così proprio non va. E allora eccoci di nuovo qui a dover polemizzare con il “Montanelli” del nuovo millennio, quel Vittorio Feltri che si è autoproclamato come unico depositario delle idee, degli umori, delle speranze degli elettori del centrodestra. Quel Vittorio Feltri che si è fatto re senza popolo, si è fatto generale senza esercito. Può farlo, ovviamente, grazie alla gloriosa tradizione pluridecennale del giornale che dirige. E grazie anche al fatto che lo stesso quotidiano appartiene, casualmente, alla famiglia del leader del centrodestra. E allora, visto che tra quei milioni di elettori c’è anche, da sempre e umilmente, il sottoscritto, è come elettore che mi arrogo il diritto di replicare al capopopolo del Giornale ricordandogli e ricordando a tutti che la politica è cosa più complessa, molto più complessa che vendere i giornali. E anche più sofisticata.
In primo luogo perché i numeri coinvolti sono infinitamente maggiori: quanto vende il Giornale? Centomila? Duecentomila? Grandi numeri, complimenti. Nessuno nega che Vittorio Feltri sia un direttore dalle uova d’oro: lo ha dimostrato ogni volta, dall’Europeo in avanti. Chapeau! Ma quanti sono gli elettori del Pdl? Per la precisione: 13.957.303. Insomma, quattordici milioni circa. E allora, dovrebbe spiegare, Vittorio Feltri perché lui e le sue centinaia di migliaia di lettori dovrebbero rappresentare quattordici milioni di italiani. Al di là del merito, al di là dei contenuti e delle polemiche, esiste per caso una legge empirica che sancisce questo collegamento? Giusto per fare un esempio: quanti elettori del centrodestra comprano il Corriere della Sera? Non è dato saperlo, ma a occhio è molto probabile che siano molti di più. E allora, che si fa? A chi si dà ragione? Ai militanti duri e puri o agli elettori più pacati, più moderati? La risposta di Feltri appare ovvia ma non è per nulla scontata. E ricorda la retorica dei fascisti della prim’ora, quelli che pensavano di essere depositari dell’anima genuina del regime.
Ma la politica, non è questione di identità forti. È piuttosto questione di dialogo e, ancor di più, di analisi dei problemi. Non è questione di tifo da stadio (anche se a dire il vero, il Corriere dello Sport appare molto più problematico del Giornale) ma di scelte concrete e, soprattutto, argomentate. Intendiamoci, è legittimo rappresentare la curva ultrà. Quel che non va, è il fatto che gli ultrà vogliano invadere il campo delle famiglie e dei bambini, della gente normale, insomma. Tutto appare drogato, eccitato, sovraesposto. Perché la retorica barricadiera, del muro contro muro, s’impossessa di chi non ha nessuna intenzione di stare in guerra, di urlare, di odiare.
E allora si spacciano per verità frasi piene di elementarità ma vuote di significato. Del tipo: «Ciò che è bianco non può essere condiviso da chi è rosso. Ciò che è rosso non può essere condiviso da chi è bianco». Firmato, Vittorio Feltri. Non se la prenda Gennaro Gattuso se la frase ci ricorda tanto il titolo del suo libro Se uno nasce quadrato non muore tondo. Della serie, è proibito cambiare idea. Della serie, è reietta ogni forma di complessità. Un modo postmoderno per bruciare i libri, per sputare addosso alla cultura. Per mettersi una divisa e non togliersela più. E a noi che siamo di destra non ci rimane che ricordare una frase di Giuseppe Prezzolini: «La coerenza è la virtù degli imbecilli».
4 gennaio 2009
Almec: ultima ora
Una piccola ” boccata di ossigeno” per gli operai ALMEC.
Nell’incontro di stamane sono stati consegnati gli assegni per i salari di Novembre e la tredicesima (misera ), poichè si è lavorato poco durante l’anno.
Inoltre chi ha lavorato almeno una settimana nel mese di Dicembre, ha ricevuto un assegno di 800 Euro come anticipo dello stipendio di Dicembre.
Per soddisfare le commesse più urgenti, alcuni operai hanno ripreso il lavoro la mattina del 23 dicembre.
Da stamani si è ripreso come da calendario produttivo normale mentre, purtroppo, la cassa integrazione continua per un gran numero di operai.
Lettera al Segretario del PSI
Anche io vorrei inviare una lettera al segretario del Partito Socialista Riccardo Nencini. A quella stessa persona che ha fatto fallire il Progetto di Sinistra e Libertà per poter fare i suoi accordi elettorali col PD in Toscana; a quella stessa persona che ha oscurato il sito di Sinistra e Libertà e che ha diffidato Nichi Vendola dall’usarlo per le elezioni regionali di marzo, pena il ricorso al Tribunale. Come potete ben vedere un campione di democrazia e tolleranza, tanto da affermare “ una leggina ad personam’, come suggeriva ieri D’Alema può essere il male minore se ci consente di voltare pagina.” Ad essere tollerante e disponibile con Berlusconi ci si guadagna sempre. Vero Segretario? Nella mia personale lettera che invierei a Necini chiederei perché invece di invitare Di Pietro ad un dibattito pubblico su Berlusconi , non invita noi socialisti di base a discutere sul valore politico di Bettino Craxi e se effettivamente i socialisti si sentano eredi del suo pensiero e dei suoi atti. Io sono un avvocato che ogni mattina va a lavorare, come Angelo che fa l’ottico, Gianluca che vende pavimenti, Mimmo che si è trasferito a Roma per lavorare, Saponetta che fa il barista, Franco che percorre duecento chilometri al giorno per guadagnarsi la pagnotta. Ebbene sig. Segretario, lo so per lei noi contiamo meno di niente, siamo solo numeri, che in nome di una coerenza che ci costa cara, quando veniamo chiamati dobbiamo obbedire in nome di un fantomatico orgoglio socialista.
Se lei invece di misurarsi con Di Pietro si misurasse con noi e con tanta gente come noi, scoprirebbe che non tutti la pensano alla stessa maniera sul compagno Craxi.
Lei dice che sarebbe il caso di separare il piano giudiziario da quello politico. Sono d’accordo, resta però il fatto che un Tribunale della Repubblica ha condannato Craxi con sentenza passata in giudicato: a 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai e a 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese. e che lo stesso Tribunale ha detto in una sentenza definitiva che lo ha fatto anche per arricchimento personale. Ma giustamente lei dice che Craxi va giudicato per la sua visione politica. Anche qui però, signor Segretario, lei non ci troverebbe molto d’accordo. Parlare di Craxi sarebbe molto lungo. La prima cosa che non ci trova d’accordo è che Craxi si riteneva la “Politica”. Per Craxi come per lei sig. Segretario la base non contava nulla. Il Partito socialista dal 1976, quando Craxi divenne segretario in danno di Francesco De Martino, uomo di ben altro spessore politico, culturale e morale, divenne un comitato d’affari in cui alle lotte politiche si sostituì la ricerca ossessiva delle risorse economiche che divenne l’unica ragione di vita del Partito, fino al suo devastante epilogo. L’Italia sotto il governo di Bettino Craxi fu il primo paese europeo ad istallare missili americani. Bettino Craxi con il decreto del 14 febbraio 1984 decise il taglio della scala mobile, che non può dirsi un provvedimento a favore delle classi meno agiate. Craxi fu il padre morale della legge Mammì che aprì la strada dello strapotere di un avventuriero quale era Silvio Berlusconi.Senza dimenticare che precedentemente fu Craxi a firmare il decreto che sbloccava i sequestri disposti dalla magistratura in danno di Canale 5, che violava una legge dello Stato. e che dire del nuovo Concordato, con l’istituzione dell’8 per milla a favore della Chiesa?
Che dire della sua politica economica che ignorando gli avvertimenti di gente come La Malfa considerò il rigore economico più o meno come una fastidiosa ubbìa antipopolare. E fece a gara nel condividere ed invocare con i leaders della DC ogni provvedimento demagogico, dalle irizzazioni, alle pensioni baby, ai reiterati ripianamenti delle più vergognose gestioni allegre di enti clientelari e spesso inutili.
Che dire della politica sulla giustizia di Craxi? Nessuno di noi ha dimenticato la campagna, dai toni sempre più striduli, contro i magistrati che sfocerà nel referendum sulla responsabilità dei giudici e nella istituzione delle Superprocure e che aveva come suo obiettivo finale, guarda caso, proprio la sottomissione del pubblico ministero al controllo dell’esecutivo, secondo i dettami del “Piano di rinascita democratica” di Gelli. La stessa idea del PDL e del suo capo Berlusconi.
Con la caduta del Comunismo Craxi avrebbe potuto lanciare un’autentica strategia unitaria e legare l’ex PCI, accettando la terza via proposta da Berlinguer, con il cambio del nome e l’affiliazione all’Internazionale Socialista, ad un’alleanza riformista della quale egli sarebbe stato il leader naturale. come aveva fatto Mitterand in Francia.Invece si affannò a cercare di annettere i Comunisti critici , che però non gli portò alcun risultato.
Anche il famoso discorso al Parlamento sul finanziamento illecito fu una pagina di vergogna e non un atto di eroismo perché se avesse dato le dimissioni da segretario del Partito e da parlamentare lasciandosi processare avrebbe dato un esempio alla classe politica che avrebbe cambiato la storia del PSI, lo avrebbe riabilitato ai nostri occhi, e forse la storia d’Italia sarebbe stata diversa.
Da ultimo noi socialisti non dimentichiamo che Craxi lottò per impedire a Martelli di diventare segretario del Psi, preferendogli un anonimo Giorgio Benvenuto.
A proposito della scalata di Berlusconi alla casa editrice Mondadori, che trovò ispiratore e sodale Craxi Eugenio Scalfari ebbe a scrivere “A questo si è arrivati per assenza di leggi, latitanza dell’autorità, intimidazione della giustizia, padrinaggi politici e arroganza del potere e del denaro. Gli obiettivi, chiarissimi ormai, sono due: impadronirsi di una grande impresa editoriale e mettere il bavaglio alla libera stampa. Questo non è capitalismo e libero mercato, ma guerra di bande per ridurre al silenzio chi non si piega ai loro voleri“.( la Repubblica” 12 gennaio 1990 )
Concludendo Io, da socialista, che non rinnega la propria fede dal 1971, credo seriamente che la storia del Partito Socialista sarebbe stata migliore senza Bettino Craxi e che quest’uomo a cui il Sindaco Moratti vuole intestare una via è stato “un avventuriero, anzi un avventurista, uno spregiudicato calcolatore del proprio esclusivo tornaconto, un abile maneggione e ricattatore, un figuro moralmente miserevole e squallido, del tutto estraneo alla classe operaia, ai lavoratori, ai loro profondi e reali interessi, ideali e aspirazioni.” Con Craxi iniziò una stagione politica in cui furono cambiate le regole dei comportamenti degli uomini politici. “Il suo fu un comportamento sfrontato, provocatorio, temerario, fazioso, violento, ma che proprio per questo può sembrare «forte», e quindi può intimidire partners e avversari, può persino suscitare ammirazione se non approvazione: dileggio della correttezza verso le regole del gioco, prontezza nel violare ogni impegno di onore, camaleontismo, disinvoltura nel passare dall’insulto volgare all’adulazione più untuosa verso lo stesso partito o la stessa persona nel giro di ventiquattro ore, o nel passare dalla protervia dell’aggressore al lamento di chi si fa vittima.” Di quest’uomo l’unico vero erede oggi è l’attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.