Archive for dicembre 17th, 2009

dicembre 17, 2009

Buonanotte compagni

Buonanotte a Sinistra e Libertà ai quali auguriamo le migliori fortune senza di noi.

Buonanotte all’Associazione Autilia Volpe che domani raccoglie fondi per la ricerca sulla SLA

Buonanotte a Carillo che spero di non avere mai come vicino di casa.

Buonanotte a Santoro che ha un coraggio da leone.

Buonanotte a Capitan Fracassa.

Buonanotte Compagni

dicembre 17, 2009

Elogio di Capitan Fracassa

Un signore, di cui fino a ieri ignoravo l’esistenza, pensando di offendermi, in un trafiletto, dopo avermi riempito di male parole, mi ha definito “Capitan Fracassa della politica”.

Non mi sento offeso, malgrado l’intenzione del mio interlocutore. Capitan Fracassa resta di gran lunga uno dei miei romanzi preferiti. Come tutti sanno il Capitan Fracassa è un celebre romanzo di cappa e spada. Si narra la storia di un giovane gentiluomo rovinato, il barone di Sigognac, che vive solo con un servitore fedele, un cavallo e un gatto nero, Belzebù, nel suo vecchio castello semidistrutto, perso nelle lande. Il barone di Sigognac  accetta di unirsi ad una compagnia di commedianti e, alla morte del burbero ma buon Matamoro, accetta di prenderne il posto con il nome di Capitan Fracassa.  Di questa compagnia diventa il capo e dopo una serie di peripezie mirabilmente raccontate, sposa la bella Isabella, non più umile commediante, ma principessa di Vallombrosa.

Se, fuor di metafora, Capitan Fracassa vuol dire non essere un politico di professione, ebbene io me ne vanto. Per me la politica è solo passione civile e democratica da esercitare tutti i giorni. Non sono un politico di mestiere. Io sono un avvocato ed ogni mattina vado al lavoro cercando di farlo al meglio delle mie possibilità. Non ho mai chiesto niente alla politica. Forse per questo molti compagni si riconoscono in me, mi stimano, mi gratificano con il loro affetto.

Io e il sig. Carrillo non ragioneremo mai con lo stesso metro, seguendo la stessa logica. Per me un partito non è un ufficio di collocamento, ma un luogo di discussione e di confronto e se il confronto viene negato mi faccio da parte, vado a  fare  le mie battaglie altrove. Nella mia vita non sono mai stato da solo e non sentirò la mancanza dei compagni di sinistra democratica, come loro non sentiranno la mia. Ma stia tranquillo Carrillo se un giorno dovesse avere bisogno della mia solidarietà mi troverebbe pronto..

dicembre 17, 2009

La vegna (il falò).

Fa un freddo pungente stasera e c’è più movimento del solito per le strade del paese. Folate di gente che seria sale, scende, s’affretta e quasi non s’accorge delle luci proprie del clima natalizio. Senza nessuna emozione o richiamo, mi fermo a guardare invitanti, provocanti luccichii; vetrine generose, stracolme, scintillanti. Perplessa, mi domando che senso ha oggi il Natale. Dall’angolo della strada mi arriva un profumo di caldarroste e d’improvviso, uno struggente ricordo mi assale… di colpo spariscono luci e vetrine e mi ritrovo a camminare per vicoli stretti e quasi al buio di un paese freddo del Sud. Avverto profumi, voci, rumori familiari; rivedo la via lastricata di pietre chiare, odo l’infrangersi dell’acqua della fontana, lo scrosciare del rivolo che in quel punto diventa cascata. Sento l’odore di bruciato delle nostre castagne cotte direttamente nella brace e sento, soprattutto, l’odore forte di umido dei ceppi ammucchiati. Tutto mi ricorda le notti di quei Natali lontani, illuminati da tanti falò. Già agli inizi di Dicembre, noi ragazzi andavamo su per i castagneti, con funi e carretti, a cercare legna e ne trascinavamo a valle di ogni genere: piccoli ed enormi ceppi che ammucchiavamo nel posto più largo del proprio rione. Era un onore gareggiarvi. Chi avrebbe fatto la catasta più grande? A chi sarebbe durata di più? San Giovanni, lo ponte re li ammuni (il mio casale), Santa Lucia, Fondana e la Piazza, eterne altezzose rivali. Poi, la mattina del ventiquattro, la ragazzaglia si riuniva per costruire il grande falò: la uegna, come si chiama da noi. Era una festa. Risate, parolacce, prese in giro; consigli dei più “sapienti” e curiosi, e scetticismo di qualche passante: – ‘no tene!- Caparbietà, orgoglio, rabbia e imprecazioni se un ceppone crollava. E man mano che il falò saliva, aumentavano la gioia, la scommessa, la sfida. Anche sotto la pioggia, al freddo, o sotto la neve. Finalmente, alle prime ombre della sera, veniva acceso e si restava in ansia ad aspettare che quegli avanzi nodosi di alberi si asciugassero e prendessero fuoco; che le fiamme prendessero forza per illuminare e riscaldare il nostro Natale. Il chiarore del fuoco era il richiamo. La gente veniva, si accalcava, faceva cerchio, soprattutto i bambini che sapevano di Gesù nato nel freddo. Essi immaginavano che le lingue di fuoco servissero per arrivare fino a Lui, per riscardarLo; sgranavano gli occhi e levavano le gote arrossate verso il cielo, quasi a volere seguire il cammino di quelle vampe giganti. C’erano tanti giovani, allegri e ciarlieri. Quel pezzo di paese diventava un salotto dove incontrarsi, scherzare, cantare; ed ancora brindare, scambiarsi gli auguri. Era il luogo dove gli innamorati potevano finalmente sfiorarsi, darsi la mano e qualche proibita tenerezza che si confondeva con le ombre proiettate dal fuoco e dalla notte. La uegna, per le ragazze, era la scusa per uscire. Chi poteva, allora, uscire la notte e da sola? -uao a berè la uegna- ed era concesso, naturale. C’era chi veniva a prendere la brace per gli scaldini da portare ai vecchi rimasti a casa. Le porte delle case non erano serrate. C’era il via vai per portare qualcosa: il vino, il dolce, da dividere con gli altri vicino al fuoco. Era “l’andare” e il “tornare” per gli auguri e gli abbracci. Natale era sentirsi vicini, ritrovarsi, comunicare, dividere la gioia di un giorno di festa, accomunare sogni e speranze che erano ardenti come quelle braci. La vita, poi, ci ha costretto a percorrere le strade del mondo. Le voci, i suoni, i profumi, i ricordi si fanno sempre più tenui e tutto diventa “passato lontano”. Ma, d’improvviso, il freddo di una sera d’inverno si fa più pungente, il cuore sente un richiamo e senza chiedere permesso, prende la via del Sud.

Bruno Ciociola

dicembre 17, 2009

FMA: che prospettive?

Navigando fra i blog ho trovato un post che riprendendo una notizia riportata  da Affari Italiani ci sarebbe una parte del piano industriale di Sergio Marchionne “strictly confidential” sull’affare Fiat, Crystler, Opel. Secondo questo blog sarebbe prevista la chiusura dei due stabilimenti a Pomigliano per il 2012 e per il 2016 a Termini Imerese.

La notizia che è di maggio ha poi trovato conferma nelle dichiarazioni dell’AD della Fiat degli ultimi tempi che parla della chiusura degli stabilimenti in questione. Ovviamente il blog non si preoccupava della sorte dello stabilimento fma DI Pratola Serra. Mi sono posto il problema di andare a verificare   se il piano Fiat si preoccupasse anche degli operai della fabbrica di Pianodardine.

Ho trovato una sorpresa.

Nella rivista “affari Italiani” che riporta il piano Fiat “strettamente confidenziale” vi è un documento di quattro pagine in cui lo stabilimento di Pratola Serra individuato, molto presumibilmente  con le sigle FMA BZ e FMA DS rientra in uno schema di stabilimenti catalogati sotto il gruppo “phased out” che se la mia conoscenza dell’inglese non mi inganna significa “sopprimere gradualmente”. Marchionne a suo tempo ha smentito la notizia, maa trattandosi della Fiat occorre non fidarsi mai. E allora perché i sindacati irpini non vanno più a fondo della questione dal momento che ci sono migliaia di posti di lavoro in discussione e dal momento che come tutti sanno la cassa integrazione straordinaria è l’anticamera del licenziamento?

dicembre 17, 2009

Chi scatena l’odio? E perché?

Il Capo dello Stato ha detto “ esprimo il più netto, rinnovato appello perché ogni contrasto politico e istituzionale sia ricondotto entro limiti di responsabile autocontrollo e di civile confronto, prevenendo e stroncando ogni impulso e spirale di violenza”.

Lunedì. Primo pomeriggio. A Radio Padania sono convinti che l’aggressione di ieri al premier sia il frutto di un clima d’odio che mira a Berlusconi per colpire la Lega. Ed il consueto palinsesto viene modificato per lasciar spazio ad un’esamina degli atti violenti di cui i militanti leghisti sarebbero stati vittime negli ultimi anni.

Quando gli ascoltatori vengono invitati ad intervenire in diretta, giunge una telefonata che, giusto per gettare acqua sul fuoco, propone di sfruttare il momento favorevole (Maroni al ministero dell’Interno) per “mettere le mani addosso ai ‘capi’ dei centri sociali e fargli male, per dare l’esempio”.

La telefonata s’interrompe bruscamente. Un po’ di buonsenso avrà portato il regista a staccare la linea? Macché. “La telefonata purtroppo è caduta”, si lamenta il conduttore. Che non sente il dovere di spendere nemmeno una parola di deplorazione, ma che anzi si compiace di come il senso dell’intervento si sia comunque potuto cogliere.

… Radio Padania Libera, ovvero l’emittente di un partito di governo. Il tutto mentre gli esponenti della maggioranza giocano a recitare il ruolo delle carmelitane scalze a fronte di una “opposizione sobillatrice d’odio”.

dicembre 17, 2009

Il delirio dei giovani del PDL

Il movimento giovanile del Pdl di Treviso intende portare all’attenzione del partito una istanza che chiede che venga varata una legge abolitiva «di quei soggetti politici che hanno come unico scopo l’inneggiare alla violenza e alla disobbedienza civile, che in Italia sono l’Italia dei Valori e Rifondazione».

«I giovani del Pdl non intendono più tollerare una politica che vede nella violenza fisica e verbale contro l’avversario il suo unico programma». I giovani si dicono quindi convinti della necessità «di un intervento istituzionale molto forte» che si traduca nella legge abolitiva.

«Porteremo ai rappresentanti politici del Pdl – è detto ancora – questa nostra istanza. Siamo a un punto di non ritorno in cui è necessaria la più ferma presa di posizione contro partiti che non hanno nulla a che fare con la democrazia: le parole di Di Pietro lo confermano. Risulta palese che l’obbiettivo di questi eversivi è quello di scatenare una vera e propria guerra civile».

Nicola Di Maio, coordinatore dei giovani a Treviso, spiega che non si vogliono eliminare i partiti che non la pensano come il premier ma «vogliamo mettere al banda, per legge, quelli che calunniano e infamano Berlusconi creando un pericolosissimo clima di odio che, come si è visto, può sfociare in atti di violenza.

E della lega che ne facciamo?

dicembre 17, 2009

Clima: gli Usa propongono un maxi-fondo da 100 mld

 Cento miliardi di dollari sul tappeto. Con l’intervento di Hillary Clinton il clima della conferenza di Copenaghen è cambiato. Se ci sarà un accordo “operativo e trasparente” – ha detto il segretario di Stato Usa – si potrà arrivare alla creazione di un fondo per il trasferimento delle tecnologie pulite ai paesi in via di sviluppo che arriverà a 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020. Basterà per chiudere con un accordo il summit mondiale sul clima? In realtà ci sono vent’anni di ritardo. Non è facile recuperare vent’anni di ritardo in poco più di venti ore.
La delegazione cinese aveva mandato nella notte messaggi negativi. : fonti anonime avevano dato l’accordo per impossibile anticipando un’intesa solo politica. Poi il premier cinese Wen Jiabao ha detto che “il governo e il popolo cinese attribuiscono una grande importanza al problema del cambiamento climatico
Anche l’India, ha detto il premier Manmohan Singh, è disposta a “fare di più” nel rush finale del vertice a patto che vi siano “credibili” garanzie su trasferimenti tecnologici e sostegni finanziari da parte dei paesi ricchi. La cancelliera tedesca Angela Merkel appare preoccupata: “Le notizie che arrivano non sono buone. Al momento i negoziati non sembrano promettenti, ma spero ovviamente che la presenza di oltre 100 capi di Stato e di governo possa dare il necessario impeto all’evento”. La Merkel ha anche osservato che “la promessa degli Stati Uniti di tagliare le emissioni di CO2 del 4 per cento rispetto ai livelli del 1990 non è ambiziosa”.

Il problema è che, come spiega Loretta Napoleoni in un articolo apparso su “Internazionale”, Obama senza l’approvazione del congresso non può fare altro che promesse. I cinesi invece gli impegni che prenderanno sono in grado di mantenerli, non dovendo rendere conto ad alcuna autorità di controllo. D’altronde, come fa notare la Napoleoni, le differenze fra USA e Cina sono molteplici. Il sistema federale americano innanzitutto impedisce che ci sia una disciplina uniforme in tutto il territorio nazionale data l’ampia autonomia dei singoli stati. Mentre la California è all’avanguardia mondiale nella riduzione dei gas serra l’Indiana, altro stato, è in una situazione di grave arretratezza. Inoltre fino la 2007 un americano inquinava dieci volte in più di un cinese. L’America inquina perché spreca energia. L’inquinamento della Cina è dovuto alla  sua industrializzazione forzata e accelerata. La Cina però ha portato a Copenhagen un piano rivoluzionario per la sostenibilità energetica. con una previsione di diminuzione del 75/80% dell’intensità energetica. Secondo questo piano il 50% dell’energia elettrica consumata in Cina dovrà venire da fonti rinnovabili e nucleare.  In America il problema dell’inquinamento non è legato all’industrializzazione. In buona sostanza la Cina ha deciso che le energie rinnovabili sono il petrolio del futuro. L’America pensa invece che il problema si può eisolvere solo con un esborso di denaro.

dicembre 17, 2009

Una ricetta anticancro:la zuppa di fave

Lo chef Giovanni Allegro, insegnante di cucina a “Cascina Rosa”, della Scuola di cucina dell’Istituto nazionale tumori di Milano, propone delle ricette sane utili a prevenire il tumore. Allegro collabora con l’Istituto e con il dipartimento di Scienze biomediche di Torino nell’ambito di progetti di ricerca sulla prevenzione dei tumori

Ingredienti per sei persone:
360 g di fave secche;
180 g di erbette;
3 carote;
1 cipolla;
1 spicchio d’aglio;
1 foglia di alloro;
2 cucchiai di olio extravergine;
q.b. sale marino e peperoncino.

Preparazione
Mettete a bagno per una notte le fave secche. Scolatele e ponetele in una pentola capiente, copritele con acqua fredda, una folglia di alloro e lasciatele cuocere a fuoco lento per almeno due ore. Nel frattempo tritate l’aglio e la cipolla e fateli appassire nell’olio insieme a qualche cucchiaio d’acqua. Unite le carote tritate, il peperoncino e le erbette tagliate a fettine sottili, versate un mestolo d’acqua e lasciate cuocere per dieci minuti. Versate le fave cotte, aggiustate di sale e lasciate sobbolire ancora una ventina di minuti. Ottima con cristini abbrustoliti di pane integrale.

È celeberrima l’idiosincrasia di Pitagora e della sua Scuola per le fave: non solo si guardavano bene dal mangiarne, ma evitavno accuratamente ogni tipo di contatto con questa pianta. Secondo la leggenda, Pitagora stesso, in fuga dagli scherani di Cilone (di Crotone), preferì farsi raggiungere ed uccidere piuttosto che mettersi in salvo attraverso un campo di fave.Stando ad una credenza popolare diffusa in Italia, se si trova un baccello contenente sette semi si avrà un periodo di grande fortuna. (fonte kataweb)

dicembre 17, 2009

Un ineccepibile servizio d’ordine.

Scoop eccezionale !!!
In anteprima universale, le immagini del precedente tentativo di Tartaglia, eroicamente fermato da un uomo del servizio d’ordine :

dicembre 17, 2009

Forza Marco

Con un’ordinanza depositata il 14 dicembre la seconda sezione del TAR del Lazio ha definito “rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale” sollevata nel ricorso presentato per il Partito Socialista da Felice Besostri, relativamente all’assegnazione dei seggi al parlamento europeo, al termine delle elezioni dello scorso 6 e 7 giugno.
In particolare, si legge nell’ordinanza, il TAR ha rilevato l’incongruità dell’assegnazione di due seggi, computati come resti, ad altrettante forze politiche (Lega Nord e IdV) che in tale ambito hanno riportato poco più di 400.000 voti lasciando “irragionevolmente priva di ogni rappresentanza e di ogni altro effetto la volontà politica espressa da molti elettori, premiando, in sede di riparto dei resti, quorum molto più bassi in modo non congruo e, comunque, non proporzionato rispetto alle finalità di razionalizzazione del sistema politico perseguite con l’introduzione di una soglia di sbarramento”. Il TAR Lazio ha dunque ordinato l’immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale che si pronuncerà nei prossimi mesi: in caso di conferma del giudizio di illegittimita’ della norma anche da parte della Consulta ne deriverebbe l’attribuzione di un seggio ciascuno alla Lista Comunista (nella circoscrizione centro) ed a Sinistra e Liberta’ (nella circoscrizione Sud)

“Non sbagliavamo, ha commentato Marco Di Lello, a parlare di Legge Truffa: anche il Tar Lazio, evidentemente la pensa come noi”  Sulla base di questa decisione sarebbe Niki Vendola ad entrare nel Parlamento di Strasburgo e siccome Niki ha detto già da tempo che non è sua intenzione rinunciare alla carcica di Presidente della Regione Puglia potrebbe essere Marco di Lello a subentragli. Auguri sinceri a Marco Di Lello.