Christiana: una comune assediata.

COPENAGHEN – I Black bloc, con barricate in fiamme, molotov e petardi, sono tornati a colpire a margine del vertice Onu sul clima a Copenaghen e, per farlo, hanno scelto un luogo simbolo degli ‘alternativi’ di tutta Europa: il quartiere di Christiania, la storica comunità hippie della capitale danese.
La polizia ha reagito con lanci di lacrimogeni, cannoni ad acqua ed elicotteri facendo circa 200 fermi al termine di una giornata che già in mattinata aveva visto l’intervento della polizia all’interno del centro provvisorio di detenzione dove sono reclusi i giovani fermati nella manifestazione dell’altro ieri. Attorno alle 22:30 alcuni giovani, secondo quanto riferito da agenti sul posto, sono usciti da Christiania attaccando la polizia già schierata nella zona. Tra i facinorosi, hanno riferito il sito di un quotidiano e fonti della polizia, c’erano anche “Black bloc”, gli anarchici anti-capitalisti che fanno dello scontro con le forze dell’ordine una loro ragion d’essere.
I giovani sono riusciti ad allestire una sorta di barricata alla quale hanno dato poi fuoco utilizzando anche materiali vari tra i quali una barca di legno rosso. La polizia, in tenuta antisommossa, è intervenuta con un massiccio lancio di lacrimogeni ed ha fatto irruzione nel quartiere, noto per essere in parte autogovernato. La zona è stata costantemente sorvolata da elicotteri ed il fuoco delle barricate è stato spento con cannoni ad acqua. Fonti ufficiali della polizia citate dai media hanno confermato che sono state lanciate bottiglie molotov e da foto appare chiaro un fitto uso di petardi.
Le forze dell’ordine hanno tenuto lontani la maggior parte dei giornalisti arrivati sul posto ma l’ANSA, dall’interno del quartiere, ha potuto constatare che ancora poco dopo la mezzanotte una quindicina di ragazzi sono stati ammanettati e, in fila indiana, sono stati fatti salire su un furgone cellulare per essere portati via. L’operazione di bonifica della zona è continuata con l’intervento della squadre cinofile della polizia.

La Repubblica

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