Buon
buonanotte a salvatore Cianciulli e ai compagni di Montella.
Buonanotte a Gennaro Imbriano, che ha organizzato una bella manifestazione contro la privatizzazione dell’acqua. Anche se io non c’ero.
Buonanotte ai Pink Floyd che hanno scritto questo monmento della musica mondiale.
Perchè The Wall?
Il 30 novembre di trent’anni fa usciva The Wall, la monumentale opera musicale firmata dai Pink Floyd: una pietra miliare dell’intera epopea del rock. Un lavoro composto per la quasi totalità dal frontman, bassista, cantante e autore Roger Waters, e per questo equamente apprezzato e detestato da schiere di fan della band britannica, che lo ritengono – a seconda della propria opinione – il migliore o il peggiore album (anzi, doppio album, il secondo dopo Ummagumma) dell’intera vicenda artistica del gruppo.
Molto più che un disco, The Wallè uno degli ultimi concept album, il magnifico colpo di coda degli anni Settanta: racconta la storia di Pink che, anche a causa dei tragici avvenimenti della propria vita (giovanissimo orfano di padre, scuola insopportabile, groupies, divorzio) finisce col trincerarsi dietro a un muro psicologico invalicabile. Un isolamento che lo trascinerà nella follia più assoluta.
Da una parte, dunque, le vicende in parta autobiografiche legate a Waters, dall’altra l’omaggio a Syd Barret, indimenticabile genio e leader della band fino al 1968 nonché fantasma ispiratore per gli anni successivi, scomparso nel 2006.
Questa intrinseca narratività rese fin da subito evidente come The Wallpotesse anche essere visto, oltre che ascoltato: nel 1982 venne infatti realizzato il film Pink Floyd-The Wall, diretto da Alan Parker e interpretato da un allora semisconosciuto Bob Geldof, nella parte di Pink.